lunedì 6 luglio 2009

L'altra Italia

Ci ero già stata nei dintorni e anche più giù, ma stavolta mi ha fatto tutto un altro effetto, forse perchè non ero in vacanza. Due parole sull'altra Italia che ho visto: quella delle case non finite, di mattoni e paraboliche, senza tetto e con mille panni stesi. Quella delle piantagioni di tabacco, con le baracche di legno sotto cui vengono fatte seccare le foglie che sembra di essere in SudAmerica. Quella con i campi di albicocche, cachi, prugne, lasciate marcire sugli alberi. Quella dei pomodori e della mozzarella che così buona non l'avevo mai mangiata.
E anche quella del cantiere infinito, di gente che lavora e gente che non lo fa. Quella che se vuoi lavorare devi chiamare l'esercito, perchè devi avere il pass per accedere ai punti vitali comunicati con dispaccio dal colonnello tutte le mattine. Perchè sei in un "sito di interesse nazionale".
E gente dell'altra Italia, che sta via da casa per settimane, che lavora dalle 7 alle 21, che insegna quel che sa ai giovani assunti del posto e si ritrova la sera a cenare attorno a un tavolo e ride e scherza come una grande famiglia.

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