venerdì 5 febbraio 2010

Compagni d'avventura

Ho iniziato una nuova avventura, lavorativa e di vita, dove i rapporti interpersonali sono basilari, quasi di più che quelli professionali. Ed ho conosciuto persone che sanno tirare fuori il meglio di sè sempre e ovunque, capaci di convivere tra loro, perchè alla fin fine sono sulla stessa barca.
Vorrei darvene un'idea, ce n'è per tutti i gusti, dal "nonno", che però ha l'età di mio papà, che mi chiama Paolina, e mi offre dolcetti in continuazione, al suo compagno che soffoca la nostalgia di casa facendo finta che dov'è ora è meglio, autoconvincimento fasullo in fondo in fondo, lo so. Al contrario c'è chi la nostalgia la rende evidente, e si tiene impegnato nel lavoro per non pensarci: grande lavoratore e grande insegnante della propria conoscenza, un meccanico accanito lettore di romanzi! C'è poi il più taciturno, e quello più festaiolo, scapolo, che già che c'è, perchè no!?, si fa prendere dalla movida del posto. L'infaticabile, quello che c'è sempre e ovunque, su e giù per mille scale, duro sempre ma sempre disponibile. L'altro ingegné, ragazzo come me, ma che ha già fatto un'esperienza così, su cui poter contare sempre, che mangia le mie mezze porzioni e mi dà qualche dritta sul come comportarmi coi boss E poi i migliori, quelli che ne sanno come neanche un profe dell'uni potrebbe, che parlano di casa, che ti chiedono come va, che sanno capire quando stai male, quando non ho voglia di parlare e quando scherzare. Un papà di famiglia premuroso e presente, anche se lontano, di più che uno che lavori a 5 min da casa; e lo scapolo cinquantenne, prossimo sposo, uomo di vita vissuta, attore per hobby, conoscitore dell'animo umano come nessuno. Infine, colui che ha costituito questa compagnia, che la tiene unita da mesi, che la fa girare, che la fa divertire con la sua risata contagiosa, il capo che però non è un capo. Perchè mangia, ride, scherza, si confida e si confronta con te come se fosse uno di noi, e lo è. Perchè è il lavoro di squadra che conta in questi casi, l'affiatamento, il mandarsi a quel paese apertamente e dopo un minuto aiutarsi nel lavoro. La complicità e allo stesso tempo la sopportazione. Perchè neanche tua moglie ti vede per così tanto tempo neanche quando sei in ferie! Poco tempo, e sembra di esserci sempre stata, ormai sono una di loro. Ed è bello sentirlo nell'aria. E' bello ritrovarsi a cena, e parlare del mio materasso e della mia casina. Delle loro famiglie e del paese dove ci ritroviamo ora, tanto diverso da "casa".

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post! ti faccio i miei complimenti per lo spirito che dimostri e per il modo in cui stai affrontando questa nuova avventura.. purtroppo però non ho idea di che avventura si tratti, ti andrebbe di condividere con i tuoi affezionati lettori qualche altro dettaglio? :-)