martedì 4 novembre 2008

A casa mia si chiama così

C'è un gruppo in Facebook che dice "Contro tutti quelli che si lamentano, e poi prendono 30".
Il succo è quello. Ok, dai l'avrò forse fatto anche io, anche se in realtà molte volte ero proprio insicura della mia preparazione, e piuttosto che fare la "sborona-so-tutto-io", preferivo nascondermi dietro un: non so come è andata! Per un esame ci sta, per qualcosa di più importante la vedo come una cosa quasi patetica.
"Fare la vittima", si dice a casa mia. Lamentarsi ed essere sempre pessimisti, facendo sembrare le cose delle catastrofi, quando invece il resto del mondo le vive normalmente. Diciamo un po' anche attirare l'attenzione, se vuoi. Uno cui la vita sembra porre solo ostacoli ti fa pena. Poi scopri che gli ostacoli se li crea, e li ingigantisce: a quel punto subentra il "chi-ti-crede-più". Inizi a prendere con le pinze tutto ciò che dice, reduce di quando, appunto, aveva ingigantito cose che a dir la verità poi si son sistemate in modo del tutto normale.
Chi non ha fatto la vittima almeno una volta nella sua vita, scagli la prima pietra. Io una volta molto più di ora. Mi sono trasferita in una zona dove sembrava essercene una percentuale maggiore rispetto al resto del paese. Inizialmente mi son fatta trasportare da questo andazzo, ora cerco di contenermi. Ma quando voglio anche solo un po' sentirmi coccolata lo faccio.
Ma quando scopri che più fai del vittimismo la tua filosofia di vita e più le persone ti vengon dietro e ottieni favori, ti chiedi se sia giusto. La mia coscienza sa già cosa rispondere.

Paola

1 commenti:

sara ha detto...

d'accordissimo con te